Nell’attuale momento di emergenza sanitaria molti imprenditori hanno manifestato l’esigenza di monitorare il grado di diffusione del virus Sars-Cov 2 all’interno dell’azienda, allo scopo di salvaguardare la salute del personale dipendente e della clientela e di garantire altresì la compliance dell’impresa alla normativa per la sicurezza sul lavoro (D. Lgs. n. 81/08) ivi compresa l’adozione di protocolli anti- contagio in ambito aziendale.
I datori di lavoro si sono infatti interrogati sulla possibilità di effettuare lo screening sierologico al proprio staff, nell’ambito di un’iniziativa aziendale di cui sostengono i relativi costi. Va innanzitutto chiarito che – secondo le indicazioni fornite di recente dal Garante della Privacy – il datore di lavoro può richiedere ai propri dipendenti di effettuare il test sierologico.
Tale richiesta deve essere tuttavia formulata su indicazione del medico competente o di altro professionista sanitario che, in conformità alla normativa relativa alla sorveglianza sanitaria, può indicare strumenti diagnostici necessari a contenere la diffusione del virus.
E’ utile precisare che le informazioni relative all’esito del test e all’eventuale diagnosi di malattia del lavoratore non possono essere trattate direttamente dal datore di lavoro: è infatti il medico l’unico soggetto idoneo a compiere tale attività e sarà lui a comunicare al datore di lavoro unicamente la valutazione circa l’idoneità del lavoratore a svolgere le mansioni lavorative affidategli.